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Zes Campania, cresce il polo dell'industria farmaceutica

Prima l'investimento del gruppo multinazionale Novartis a Torre Annunziata. Ora quello di Farvima Medicinali, uno dei leader della distribuzione farmaceutica al Sud, che stamane all'Interporto di Nola inaugura un nuovo, moderno polo logistico all'insegna della sostenibilità e dell'innovazione 4.0. In entrambi i casi sono state le facilitazioni, soprattutto procedurali, garantite dalla Zes Campania a favorire l'attuazione dei progetti. Ma è significativo che ad accelerare in questa direzione sia stato il settore farmaceutico, ormai sempre più stabilmente accomunato alle quattro A (agroalimentare, automotive, aerospazio e abbigliamento-moda) su cui storicamente poggia gran parte del sistema produttivo del Mezzogiorno.

Non una sorpresa in assoluto, si potrebbe dire, considerato che il comparto ha sicuramente accresciuto i suoi volumi per effetto delle conseguenze innescate dal Covid. Ma è al Sud che certi segnali si impongono all'attenzione, senza peraltro dimenticare che qui «il farmaceutico risente, come quello del Nord Est, dell'assenza di una concentrazione di attività farmaceutiche delle dimensioni di quelle di Lombardia o Lazio», puntualizza un recentissimo monitoraggio di Srm, la Società di ricerche e studi sul Mezzogiorno collegata al Gruppo Intesa Sanpaolo. «Rispetto all'Italia, infatti, la dimensione media nel Sud risulta ridotta: 45 addetti per unità locale contro gli 84 dell'Italia. Tuttavia, la filiera farmaceutica meridionale evidenzia, nel complesso, una integrazione intersettoriale ed interregionale in linea con quella tipica di altre aree del Paese». 
Ma è soprattutto con i dati export che certi segnali di crescita si fanno decisamente interessanti, confermando la vitalità del settore, presente anche nei segmenti specifici di Borsa Italiana come nel caso di Svas Biosana, vivace azienda di Somma Vesuviana che distribuisce dispositivi medici. Nel biennio 2020-21 l'export farmaceutico meridionale ha registrato un aumento complessivo del 7,5% rispetto al -2% della media Italia. In particolare, l'export campano ha toccato un significativo +17% con una variazione media annua del +20,8%. Che si debba parlare di una tendenza alla crescita e non di fortunati exploit sembra inevitabile: «Per effetto dei legami interregionali e di filiera, nel Mezzogiorno si calcola che 100 euro di produzione farmaceutica attivano 42 euro aggiuntivi nell'area e 529 nelle altre regioni e negli altri settori, per un impatto complessivo di 671 euro. L'impatto complessivo a livello Paese generato dalla filiera farmaceutica meridionale risulta maggiore rispetto a quello generato da una regione media italiana (402 euro). In Campania, l'impatto complessivo sale a 787 euro (54 euro nell'area e 634 euro nel resto del Paese)», si legge nell'elaborazione di Srm su dati Prometeia.
Complessivamente, la filiera farmaceutica meridionale ha attualmente un valore aggiunto di 878 milioni di euro (l'8,4% del dato nazionale), quasi 3,7 miliardi di export, 130 unità locali e 5.876 addetti, con una specializzazione produttiva del 3,1% che sale al 7,8% se si considera l'export. È la Campania, come detto, che fa registrare i numeri migliori tra le regioni dell'area. Ovvero, oltre il 30,4% del valore aggiunto della filiera meridionale e quasi il 57% delle relative esportazioni. La regione, inoltre, rappresenta il 33,8% delle unità locali meridionali ed il 31,9% degli addetti. Le esportazioni della filiera farmaceutica campana hanno un valore (al 2021) di oltre 2 miliardi, pari al 56,4% del dato meridionale ed al 6,2% del dato Italia, con un saldo commerciale positivo per un miliardo e mezzo.

«Dall'analisi del trend delle esportazioni si rileva una costante crescita del settore negli ultimi anni, con variazioni anche più alte rispetto al resto del territorio», spiega Srm. Il +17% di export del biennio 2020-21 e la variazione media annua del +20,8% nell'ultimo quinquennio 2016/2021 (contro +8,7% per il Sud e +9,8% per l'Italia) sono piuttosto eloquenti. E del resto, anche i dati relativi al terzo trimestre del 2022 «confermano la crescita con un +17% rispetto all'analogo periodo del 2021».

Novartis e Farvima, ognuna nell'ambito delle sue competenze, dimostrano perché al di là dei numeri la filiera farmaceutica campana e meridionale non è più marginale. Non a caso all'evento di stamane, al quale parteciperanno anche i vertici di Federfarma, delle associazioni del settore e della Zes, si parlerà anche di come garantire la salute delle persone rilanciando il ruolo delle farmacie di servizio attraverso un sistema logistico affidabile e innovativo. Si chiama policy green e ragionarne concretamente anche al Sud non è più una novità.

 
 

fonte:

Il Mattino

 
 

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