Libera vendita salva-bancone E gli esperti stimano un fuori budget da 400 mln per gli innovativi entro il 2015

E proprio dall’analisi sul merca- to globale curata da Laura Gatti e Giorgio Cenciarelli di Ims Health emerge con chiarezza che se anche nel 2013 il mercato farmaceutico in Italia ha registrato un andamento in linea con i risultati globali (+3%) il fenomeno è dovuto ancora una vol- ta essenzialmente alla crescita del- l’ospedaliera e della distribuzione in nome e per conto (Dpc).
Il settore ospedaliero - sottolinea l’analisi - ha chiuso con risultati più contenuti rispetto agli anni preceden- ti ma, comunque, superiori al 5%, mentre la Dpc è cresciuta del 13,2% - 150 milioni in più rispetto al 2012 - per un totale di circa 1,2 miliardi, con un andamento ovviamente di- versificato a livello regionale in ra- gione della maggiore o minore atti- vazione di quest’ultima.
I picchi della Dpc si registrano in Sardegna (+79,7%) e Friuli-Vene- zia Giulia (+107,5%); l’avanzamen- to più sostanzioso in Lombardia e Campania (entrambe + 20%) che da sole hanno generato un terzo della crescita. In termini di spesa in Dpc
pro-capite, invece, spiccano il Lazio (40,1 euro), il Molise (39,8) e la Calabria (38,6), con valori quasi doppi rispetto alla media nazionale di 22,5 euro per abitante.
Per quanto riguarda invece il giro d’affari in farmacia, dopo il crol- lo del 2012 (-5,3%) gli etici confer- mano un trend ancora leggermente negativo (- 0,3%) legato alla contra- zione dei prezzi medi dovuta essen- zialmente all’effetto delle scadenze brevettuali e alle orme che vincola- no alla prescrizione degli off patent. La chiusura positiva del canale nel suo insieme (+1,3%) - sottolineano gli esperti di ImsHealth - è dunque determinata dalla performance di al- cuni segmenti commerciali.
Nel dettaglio a mostrare la cresci- ta più rilevante è il settore dei pro- dotti “notificati”, in gran parte inte- gratori (nutraceutici) che hanno regi- strato un +7,5%. Trend analogo per il parafarmaco, con un avanzamen- to conseguente al “travaso” di cana- le in alcune Regioni (dalla distribu- zione per conto al canale tradiziona- le) della distribuzione delle strisce per la misurazione del glucosio.
In sofferenza invece - stavolta per la competizione di prodotti a prezzo più basso disponibili nella grande distribuzione - l’area igiene e bellezza (-0,16%) e quella dei pro- dotti nutrizionali (-3,39%).
I pronostici di ImsHelath porta- no a prevedere una crescita modera- tamente positiva del mercato farma- ceutico nazionale per il quinquennio al 2017, nell’ordine dell’1-3%, nel cui ambito il canale farmacia conti- nuerà a risentire della contrazione dei prezzi sul comparto etico, solo modestamente compensato dal lan- cio di nuovi prodotti, mentre il setto- re ospedaliero e il canale della distri- buzione in nome e per conto saran- no i reali motori della crescita, an- che grazie ai provvedimenti annun- ciati sull’accelerazione dell’accesso ai prodotti innovativi, visto che i canali non retail (ospedale e distribu- zione diretta) valgono ormai quasi il 50% del mercato farmaceutico in Italia contro il 40% di Uk e il 30% della Francia.
Nuove cure: fuori budget da 400 milioni. A confermare l’allerta sui conti in relazione all’avvento dei nuovi prodotti sono le previsioni sul- la spesa incrementale in circolazio- ne tra gli addetti ai lavori che quota- no una ulteriore spesa di circa 291 milioni tra il 2014 e 2015 per 41 specialità medicinali, di cui oltre la metà derivano da nuove autorizza- zioni di medicinali mai precedente- mente commercializzati, compresi medicinali per il trattamento di ma- lattie rare.
Il dato inciderà per oltre 112 mi- lioni di euro sul tetto del 3,5% della spesa farmaceutica ospedaliera (fa- scia H): i restanti 179 milioni di euro riguarderebbero medicinali classificati in fascia A incidenti sul tetto dell’11,35% della farmaceutica
territoriale. Sul tappeto anche le pre- visioni d’impatto delle specialità me- dicinali autorizzate dall’Ema nel cor- so del 2013 per le quali si potrebbe verificare l’avvio della commercia- lizzazione durante il 2014: l’impatto ipotizzabile è di circa 190 milioni, di cui 99 in fascia H, col tetto del 3,5%.
In sintesi, la spesa incrementale che potrebbe incidere sul tetto del 3,5% della spesa ospedaliera nel 2014/2015 si stima ammonterà a cir- ca 211 milioni di euro (i.e. 112+99). Invece la spesa incrementale che po- trebbe incidere sul tetto dell’11,35% della spesa territoriale, si stima am- monterà - a seconda del tipo di distri- buzione - tra i 211 e i 270 milioni di euro. Troppo per tetti che già scoppiano.
fonte:
Il Sole24 Ore
