Futuro del farmacista, Mnlf: rischioso puntare solo su farmacia come sbocco professionale
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«Nel contesto dell'economia italiana - scrive Devito nella nota stampa - e di una crescita vicina allo zero, appare un rischio eccessivo e pericoloso, questo anche alla luce di altri competitors sottovalutati, vedi accordo Regione Lombardia con i medici di medicina generale. Tanto più che gli attuali servizi offerti dalla farmacia italiana maggiori occupati non li hanno affatto creati. Il Presidente della oFfi deve allargare la propria visione, togliersi gli abiti di titolare di farmacia e ampliare l'orizzonte di sviluppo della professione di farmacista. Non c'è solo la farmacia tra gli sbocchi professionali del farmacista. Se si parte da questo assunto allora risulta più facile comprendere come sia stato un errore rinunciare alla battaglia per il farmacista nutrizionista, come continui ad essere un errore cercare di cancellare le parafarmacie, come rappresenti grave pecca ignorare la proposta di obbligare tutte le strutture di cura e ricovero private in cui si dispensa il farmaco ad avere nel proprio organico un farmacista».
Un altro errore, secondo Devito è non aver fatto «alcun chiaro cenno al fatto che da 6 anni e 103 giorni sia scaduto il contratto dei farmacisti dipendenti di farmacia privata, farlo nel massimo consesso della categoria e non in comunicati stampa "spot" avrebbe avuto tutto un altro peso».
«Altrettanto grave» prosegue il presidente dei Liberi Farmacisti «è che si provi ancora una volta a far passare le parafarmacie italiane come anomalia fallimentare, quando anche la Francia sta osservando con attenzione a questo modello e tutti i dati danno le parafarmacie italiane, e non la Gdo, in crescita sia come volumi che come valori con la migliore performance del settore. Crescita non solo di fatturati, ma anche etici come dimostrano le recenti proposte rese pubbliche agli Stati Generali».
Devito è critico anche sulla proposta di porre limiti all'iscrizione alla facoltà di farmacia: «Questa proposta nasce da dati artificiali, non reali del fabbisogno di farmacisti per i prossimi anni e alla cui redazione la stessa Fofi ha partecipato in maniera diretta». Altro capitolo liberalizzazioni e capitali: «Oggi sentiamo parole come oligopolio, quando nel 2015 insieme a pochi altri pronunciavamo queste parole avvertivamo attorno a noi solo flebili bisbigli, perché voce ben più tonante era dedicata ad impedire che farmacisti laureati ed abilitati potessero esercitare pienamente la propria professione anche fuori dalle "sacre" mura della farmacia».
E conclude: «È necessario fare uno sforzo, è necessario capire anche le ragioni di chi non è d'accordo con il proprio pensiero e, quando si ricoprono cariche pubbliche, essere pronti anche a subire contestazioni, perché essere presenti, ascoltare con la voglia di farlo è sempre un fatto positivo. Questo l'ex presidente Leopardi lo sapeva bene. L' On. Andrea Mandelli è il presidente dei farmacisti italiani non delle farmacie italiane, noi chiediamo in maniera educata, ma ferma, che si comporti di conseguenza».
fonte:
Farmacista 33
