
Per dissuadere i titolari di farmacia dal fornirsi di autorizzazione al commercio all’ingrosso al solo scopo di praticare l’export parallelo, si potrebbe adottare il meccanismo già in uso in alcuni paesi europei della “sunset clause”, o clausola del tramonto: il distributore che, a un paio di anni dal conseguimento dei permessi, non ha ancora avviato l’attività di fornitura oppure non rispetta i requisiti minimi (come la disponibilità del 90% dei farmaci), si vede revocare l’autorizzazione. E’ quanto suggerisce l’interrogazione che Piero Vargiu, presidente della commissione Affari sociali della Camera, ha rivolto venerdì al ministero della Salute, con l’obiettivo di conoscere quali siano gli interventi che il dicastero ha in programma per contrastare il fenomeno del parallel trade e, di conseguenza, delle carenze. Nel suo intervento, in particolare, Vargiu rammenta che con l’entrata in vigore del d.lgs 17/2014 (in recepimento della direttiva Ue sulla contraffazione) sono scattati a carico dei grossisti obblighi connessi al servizio pubblico ancora più stringenti. Tra questi, «garantire in permanenza un assortimento di medicinali sufficiente a rispondere alle esigenze del territorio» e «provvedere alla consegna delle forniture richieste in tempi brevissimi su tutto il territorio in questione». E tocca alle farmacia vigilare sul rispetto di tali consegne, attraverso la segnalazione dei distributori che non ottemperano alle forniture (segnalazioni sulla cui base le autorità regionali provvedono a effettuare ispezioni e verifiche).
Nonostante tali disposizioni, continua l’interrogazione, «le associazioni rappresentative dei distributori farmaceutici e la Federazione nazionale dei titolari di farmacia (Federfarma, ndr) segnalano frequenti distorsioni distributive e indicano come concausa proprio il fenomeno dell’esportazione parallela». In particolare, avverte Vargiu, starebbe diventando sempre più puntiforme la costellazione dei distributori che in Italia praticano l’export parallelo: ai grossisti “vecchia maniera”, infatti, si sarebbero affiancate nel diverse farmacie, fornite di autorizzazione al commercio all'ingrosso «con il fine esclusivo dell'esportazione, sia pure di micro-quantità di medicinali».
Se tale circostanza risultasse confermata, prosegue l’interrogazione, si configurerebbe «una vera e propria distorsione del mercato e delle funzioni del farmacista, che invece di collaborare alla piena disponibilità dei prodotti farmaceutici necessari alla propria comunità, concorrerebbe all’irreperibilità» in nome di una facile e remunerativa collocazione nei paesi esteri. Di qui, dunque, la proposta al ministero delia Salute di valutare l’eventuale introduzione in Italia della "sunset clause”, oppure procedere alla «rigorosa applicazione» delle misure previste dal d.lgs 17/2014 nei confronti dei distributori che praticano parallel trade. (AS)