Carenza vitamina D, nuova nota Aifa: ecco i criteri di prescrivibilità in Ssn
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A darne notizia, il sito dell'Agenzia, che rende noto come sia in atto, da parte della Commissione Tecnico-Scientifica, "un analogo processo di rivalutazione degli stessi farmaci anche nella popolazione pediatrica", per i quali, tuttavia, fino a quando il processo non sarà eventualmente ultimato, "restano al momento invariate le condizioni di rimborsabilità a carico del SSN". Il provvedimento, a ogni modo, è contenuto nella determinazione n. 1533/2019 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Serie generale n. 252 del 26 ottobre 2019) e riguarda colecalciferolo, colecalciferolo/sali di calcio, calcifediolo. D'altra parte, secondo quanto si apprende nell'Allegato, «l'apporto supplementare di vitamina D eÌ uno dei temi più dibattuti in campo medico, fonte di controversie e di convinzioni tra loro anche fortemente antitetiche».
I contenuti della nota
Secondo quanto si legge nella determinazione, "la prescrizione a carico del SSN dei farmaci con indicazione "prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D" nell'adulto (>18 anni) eÌ limitata prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D" in determinati scenari clinici, che vengono individuati "indipendentemente" o "previa determinazione della 25(OH) D" - per quest'ultimo caso è messa a disposizione una flow chart.Gli scenari clinici appartenenti alla prima casistica (con individuazione "indipendentemente dalla determinazione della 25(OH) D") sono:
- persone istituzionalizzate;
- donne in gravidanza o in allattamento;
- persone affette da osteoporosi da qualsiasi causa o osteopatie accertate non candidate a terapia remineralizzante (vedi nota 79).
Gli scenari "previa determinazione della 25(OH) D" sono:
- persone con livelli sierici di 25OHD < 20 ng/mL e sintomi attribuibili a ipovitaminosi (astenia, mialgie, dolori diffusi o localizzati, frequenti cadute immotivate);
- persone con diagnosi di iperparatiroidismo secondario a ipovitaminosi D;
- persone affette da osteoporosi di qualsiasi causa o osteopatie accertate candidate a terapia remineralizzante per le quali la correzione dell'ipovitaminosi dovrebbe essere propedeutica all'inizio della terapia (le terapie remineralizzanti dovrebbero essere iniziate dopo la correzione della ipovitaminosi D);
- una terapia di lunga durata con farmaci interferenti col metabolismo della vitamina D;
- malattie che possono causare malassorbimento nell'adulto.
A ogni modo, si legge ancora, per guidare la determinazione dei livelli di 25OH vitamina D - che comunque non deve essere intesa come procedura di screening e non eÌ indicata obbligatoriamente in tutte le possibili categorie di rischio - e la conseguente prescrizione terapeutica eÌ possibile fare riferimento alla Guida riportata nella Nota, che contiene una flowchart che esemplifica le casistiche. Nella determinazione, poi, è riportata una disanima del contesto, delle evidenze disponibili, delle avvertenze. Viene infine richiamata "l'importanza della segnalazione delle reazioni avverse che si verificano dopo la somministrazione dei medicinali".
fonte:
Farmacista 33
