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Caduceo d'Oro: ruolo della professione in riorganizzazione cure territoriali

Nel futuro della professione del farmacista c'è un ruolo centrale nella riorganizzazione della tutela della salute che non può prescindere dalle sinergie con medici e tutti gli altri attori del comparto salute. In questa «rivoluzione culturale» la farmacia dei servizi è «un punto di svolta per l'organizzazione dei servizi territoriali» e il punto di partenza deve essere l'omogeneità delle prestazioni, per qualità ed efficacia, su tutto il territorio nazionale.
Questi alcuni spunti emersi a Bari nella tavola rotonda "Il farmacista e la nuova governance della Politica sanitaria" nell'ambito della XV edizione del Caduceo d'Oro, la manifestazione organizzata dall'Ordine Interprovinciale dei Farmacisti di Bari e Barletta-Andria-Trani che quest'anno ha consegnato il riconoscimento al direttore generale di Fofi Antonio Mastroianni.

Tavola rotonda, a cui hanno partecipato i presidenti della FNOMCeO, Filippo Anelli; di Fofi, Andrea Mandelli; di Federfarma nazionale, Marco Cossolo; il vicesegretario nazionale della FIMMG, Domenico Crisarà; il segretario generale di Cittadinanzattiva, Antonio Gaudioso e Vito Montanaro, direttore del Dipartimento della Salute della Regione Puglia e il presidente dell'Ordine e vicepresidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, Luigi d'Ambrosio Lettieri, promotore dell'evento.
Alla vigilia della partenza della sperimentazione a livello regionale della farmacia dei servizi, "è più che mai necessario un dibattito serio su diversi aspetti: saperi e competenze nei percorsi formativi, ruolo della Farmacia, continuità assistenziale ospedale-territorio, servizi cognitivi, gestione della cronicità, innovazione scientifica, remunerazione delle prestazioni, verifica della qualità e dignità delle componenti interne alla Professione".

«La rivoluzione culturale che si richiede alla Professione trova fondamento nella capacità di moltiplicare il sapere da cui nasce la competenza - afferma d'Ambrosio Lettieri -. Il farmacista è quotidianamente impegnato ad apportare il proprio contributo nei processi di cura e nel concorso ad una più efficace attività di prevenzione. Stili di vita, corretta alimentazione e attività fisica, insieme alle iniziative di screening, rappresentano alcuni ambiti di intervento professionale nei quali il farmacista è chiamato a svolgere un compito di assoluto rilievo, anche per intercettare l'estesa platea di soggetti sani che sono potenzialmente a rischio di contrarre una patologia».
«Ridisegnare il futuro per le generazioni che verranno e credo che con questo ministro un po' di strada si possa fare - afferma Mandelli -. La strada c'è già sancita dalle leggi. È importante anche avere coraggio e fiducia. Le linee guida della conferenza stato regioni per la farmacia dei servizi sono importanti nella direzione di trasformazione di un modello sperimentale in modello definitivo per un migliore servizio al cittadino. Ci sono tre problemi su cui dobbiamo ancora lavorare: i capitali, Il ritorno dei farmaci innovativi in farmacia a cui è strettamente legata la questione del contratto di lavoro e una sfida che ho lanciato al ministro Speranza. La professione si è impegnata a dar un contributo per dare risposte concrete alla domanda dei bisogni dei cittadini che spesso non vengono soddisfatti per una burocrazia inaccettabile».
«I farmacisti sono sottoutilizzati dal sistema pubblico - osserva Cossolo -. Si sta cambiando ma troppo lentamente. Ciò che limita l'utilizzo adeguato è una interpretazione distorta del titolo V della costituzione. Non è però il caso della Puglia».
«La Regione Puglia sta già lavorando con i farmacisti - sottolinea Montanaro -. L'ultima iniziativa riguarda la campagna vaccinale. I farmacisti sono una risorsa del sistema organizzativo regionale». «In riferimento alla campagna vaccinale, devo rilevare che il sistema e la collaborazione tra istituzioni medici e farmacisti funziona - afferma Anelli - questo è il miglior auspicio per il futuro». «Una cosa da non cambiare della legge 883 è lo spirito con cui è nata - dice Crisarà - solo che una volta che abbiamo capito qual è la terapia è bene che cominciamo ad applicarla. Il ssn deve essere mantenuto, va solo cambiato il punto di vista».
 
 

fonte:

Farmacista 33

 
 

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