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Bonus latte artificiale: stiamo attenti a non scoraggiare allattamento al seno

Dunque il bonus per il latte artificiale alle mamme che non possono allattare passa in Finanziaria. In fondo è una buona notizia. La politica si sta interessando come mai prima di adesso ai bambini. C'è un grande finanziamento per gli asili nido e per le scuole materne. E' in Commissione la proposta di legge Del Rio sull’assegno unico - universale per i figli. Questo è davvero un buon momento per i bambini nel nostro Paese.
Però dare un contribuito economico per l’acquisto di ‘latte artificiale’ alle donne che, per poche e rarissime patologie, non possono allattare naturalmente, è già previsto in diverse regioni (Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Friuli, per citarne alcune, costrette a legiferare in tal senso dopo un decreto del ministro Veronesi del 2001), ma soprattutto potrebbe scoraggiare quelle mamme che hanno scelto di allattare al seno e che alla prima difficoltà invece opterebbero per il biberon, solo perché godrebbero di un incentivo economico.
Premesso che ogni mamma è libera di scegliere in che modo nutrire il proprio bambino (sarebbe inopportuno se qualcuno volesse imporre una scelta, certamente mai lo farei io che per quasi 40 anni ho seguito tante mamme nella nutrizione dei loro bambini, accompagnandole nelle scelte migliori), va evidenziato che non c’è nulla di più importante per un bambino e per la sua mamma dell'allattamento per almeno 6 mesi e fin quando entrambi lo desiderano.  Sono davvero pochissime le controindicazioni all’allattamento materno, che spesso viene interrotto non perché legato a una specifica patologia, bensì per la presenza di difficoltà che potrebbero essere facilmente superate aiutando ed informando le mamme durante questo delicato momento.

Mi sarei aspettato piuttosto qualche intervento per una maggiore tutela del diritto all’allattamento delle donne che lavorano, in particolare per le donne impegnate al di fuori dei settori formali e che non risultano tutelate.
Se questo bonus va ad aiutare quelle pochissime mamme che, affette da malattie gravi, non possono dare il loro latte ai neonati, questo sarà un ottimo intervento di sanità pubblica. Ma se scopriremo che i tassi di allattamento materno diminuiscono, non avremo fatto un buon servizio, né alle mamme, né ai bambini.
Ora mi aspetto che ci si occuperà anche di sostenere le mamme che scelgono l’allattamento al seno, come fanno molti Paesi europei, e che si troverà un modo per dare un sostegno, soprattutto nei primi tempi dopo il parto, a tutte le mamme, in modo da poter ridurre le diseguaglianze nell’allattamento materno ancora presenti nel nostro Paese. Basti pensare che la percentuale di bambini allattati esclusivamente al seno nei primi 4 mesi passa dal 44% della provincia autonoma di Trento e dal 40% della Toscana al 16% della Campania e al 17% della Calabria e della Sicilia.
Infine non vorrei che ci fosse qualche conflitto di interessi con le ditte produttrici di latte in polvere, che sarebbe in evidente contrasto allo spirito del Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno.
 
In conclusione, una norma che all’apparenza sembra molto positiva si potrebbe dimostrare invece del tutto negativa, scoraggiando al primo intoppo le mamme ad allattare al seno.
 
E poi chi stabilirà quali mamme possono avere il bonus e quali no?
Adesso toccherà al Ministero spiegare come e a chi sarà elargito il bonus.
 
 

fonte:

Quotidiano Sanitą

 
 

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