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Si tiene oggi a Ferrara l’Assemblea Federale alla quale arriva, da parte del presidente di Assofarm Venanzio Gizzi, la richiesta di “una stabilità necessaria per portare a termine i processi di riforma aperti da tempo. Rinnovo della Convenzione, Nuova Remunerazione, Presa in carico del paziente, sono riforme che non possono rimanere in ostaggio dell’instabilità. La maggior parte di questi temi è presente in agenda da almeno dieci anni, periodo nel quale sono stati più volte aperti tavoli i cui lavori sono svaniti nel nulla a seguito di una qualche crisi di governo”. “Il nostro settore – continua Gizzi - sembra però attraversato da trend più solidi e strutturali, tutt’altro che positivi. Fenomeni che in parte prosperano proprio grazie all’instabilità stessa. Stiamo parlando della nota deriva commerciale della farmacia italiana. Alcuni vedono nelle lenzuolate Bersani l’inizio di tutto questo, altri individuano l’istituzionalizzazione del fenomeno nell’ultima legge sulla concorrenza. Noi pensiamo che il ruolo giocato dalle farmacie stesse in questa partita sia stato quantomeno colposo. Di fronte al susseguirsi di norme che via via mercificavano sempre più contenuti e ruoli della farmacia, quest’ultima ha spesso risposto con ambiguità”.
Secondo Gizzi, a parole, nessuno credeva nella farmacia-negozio, “ma nel silenzio dei propri pensieri è probabile che molti abbiano sempre creduto che quella era la strada più redditizia. Lo scenario delineato da questa storia è stato narrato in immagini e parole nel recente servizio di Report su Rai3. Lavoro giornalistico che avrà probabilmente inesattezze ed errori ma che purtroppo si avvicina ad una possibile realtà futura quando introduce la sua telecamera in drugstore anglosassoni che espongono farmaci a pochi metri da scaffali pieni di sigarette. Noi crediamo che la farmacia, come un ospedale o un ambulatorio medico, sia un luogo dotato di una sua sacralità sanitaria. I farmaci, al pari di uno strumento medico, altro non sono che mezzi attraverso i quali il farmacista instaura e realizza una relazione curativa col paziente. In questo si misura la superiorità sociale della farmacia italiana, così com’è oggi, rispetto ai drugstore così come li vediamo altrove”.